giovedì 31 luglio 2014

Il rumore della neve.
Può nevicare anche in estate
e cominci a cadere dappertutto ...



Qui la neve cresce .
I fiocchi cadono a sciami mentre crepito di suoni.
Sono quelle strane nevicate
che sanno prendere in giro gli occhi.
Venti centimetri di vetro nei pensieri
quando m'intano tra gli alberi.

Non esistono somiglianze.
Recinti di fiori in giardino.
In piedi a bocca aperta e piangere.
Un cappello di feltro basso e largo.
Non esistono situazioni umane
socchiuse in un giro di chiave.
Un'altra stanza nel castello.
Il silenzio rotto soltanto da un grido che cade
scelto con cura dagli alberi durante una notte in fase calante.
Una luna storta che cammina con fatica nel cielo
mentre incolla le stelle.
Lei profondamente rossa
preparata tra i rami
con le piume nel petto
canta rombi di aerei.
E furono giorni di neve.

La mia terra nevica povertà.
Avevo dimenticato il viso della mia gente
che vaga di notte ognuno con un rumore diverso.
Con dentro una disperazione
che a ogni tramonto sbadiglia sulle case.
Visi di bambini che scorrono veloci .
Cadono come foglie
e non sanno smettere di nevicare.
Mia zia racconta
che la fame ha tolto i colori alla nostra gente

rendendoli tutti uguali.

Bambini che allungano le mani
pieni di strappi sulla bocca.

<<Resto con te>>
Ti mormorano mentre ti prendono la mano.
Hanno occhi grandi pieni di crinali
pigolano e mangiano formiche
insieme a ciotole di acqua girata con fango.
E così passa la neve ...

Non esistono luoghi sicuri senza amici

Tania Santurbano   inedita -diritti riservati-

mercoledì 2 luglio 2014

Con i pensieri si può  pulire lo sporco imboccato dagli uomini? 
Un delitto che raduna spettri che s' infilano sotto le nostre ginocchia.
 Indossano i nostri figli e chiedono al diavolo se possono bucargli gli occhi.
Li vedi nel buio mentre   rigurgitano
e leccano pozze  
mentre il cielo si sfila le stelle . 



Rawan



Lo sposo del diavolo

con la spada trascina i piedi nudi
mentre i suoi pensieri avvelenati di peccati
strappano i rumori.

Una intermittente madre

lascia proseguire quel vapore di male.
Rawan fracassata dalla paura
sfascia con le dita i capelli
mentre quel boschetto di ciglia si chiude.

Le spalle piccole come perle

inciampano dentro una pelle di serpente
che brulica di peste .
Cristo con le labbra annerite
impasta preghiere mentre trema.

Gli schizzi di dolore

sciolgono il cielo  
e una mangiatoia di anime
ingozzate da dodici farfalle nere
e dalla ali umide 
mangiano i singhiozzi
mentre Rawan muore sola .



Tania Santurbano inedita -- diritti riservati


 Stetari((ti voglio bene piccola stellina))