giovedì 26 settembre 2013

Quando il cuore diventa innocente ...

Quando il cuore diventa innocente e le preghiere rimangono senza respiro
le lacrime inciampano nelle ciglia
rapidamente compaiono i ricordi
sono vecchi abiti ricuciti per essere nuovamente indossati dalla speranza
 e quel sogno orfano domanda trenta rubli per poter nascere di nuovo.

Una mandria di sogni pericolosi da estinguere. 
Paura o mistero?
Sentire quell'angoscia che buca ''la porta dei segreti'' non c 'è nessuna chiave.
Non c'è uscita.

Ci sono storie talmente tristi che solo il ''cuore'' può raccontare .
Una storia grattugiata dal tempo

che cigola chiusa,dentro'' l'ultimo dei segreti''.
<<E lei 
   poi gli entrò negli occhi
   e ci fu quel poco d'eterno
   a far battere la bocca contro il suo respiro
   e la neve si spostò dalla sua pelle... per cercarla.>>


Poi... Dio si affacciò tra le nuvole ,
e vide i loro occhi toccarsi di nascosto.
Gli angeli scivolarono dal cielo
e i demoni attraversarono le profondità della terra.
Bene e male si ritrovarono l'uno contro l'altro
e arrivò l'inizio.

Tutto ciò che non doveva esistere, cominciò a nascere 
e ogni parola si nascose dentro la terra
che si macchiò di bianco.

Quella voce ,cominciò a correre dentro le vene
fino a divorare il centro del cuore .

-<<E la neve si prenderà prima i miei occhi
     e dopo le tue mani
     e tu non potrai più trovarmi.>>Mormorò prima di lasciarlo.

I giorni passarono
e lui abbassò gli occhi prima d'impazzire ,
tutto prese la forma della follia,
neppure Dio ebbe il coraggio di fermarlo.

-<<Non leggere quello che non può essere raccolto dagli occhi
     e non raccontare nulla di ciò che hai rubato da quelle pagine

     immacolate dal male...
    perchè non c'è storia più proibita .>>-

Non c'è luce dentro un terribile segreto
male e bene si tormenteranno
e alla fine ci sarà solo un ultimo passo.
Solo l'ultimo.


(Capitolo 2 -L'ultimo passo del cuore-)
...ferma sul ramo più basso,trattenuta da un cappio di velo

che la piccola sposa aveva accuratamente staccato dal bordo del vestito.
Quel velo bianco era come una mano che la teneva ferma per la gola davanti al cielo.
Nelly dondolava con le scarpette rosse, ricamate da nastrini bianchi, come una bambola di pezza.
Loil abbracciò le gambe e istintivamente cercò di alzarla in aria per farla respirare,mentre con l’altra mano cercava di slegare l’alto nodo che le copriva il collo.
Era così bianca.

Le macchioline rosse poggiate sul naso e sulla fronte erano sbiadite e gli occhi erano troppo aperti senza pupille.
Loil urlò così forte e la lingua sembrò stapparsi dalla bocca. 

Era fermo lì ,con la mano che sorreggeva ancora quelle esili gambe
 e con l’altra arrendevolmente ,si picchiettava le lacrime sulla faccia :
-<<Aiuto …. vi prego , aiutatemi …>>- Gridava a ritornello come un pazzo.

La neve cominciò a scendere tanto velocemente che coprì prima gli occhi,poi le labbra e infine ogni pezzo di pelle.
C’erano nell'aria... ferme ... solo quelle scarpette rosse . 

Loil impastato dalla neve fino dentro gli occhi, aspettava d’essere ricoperto.
Le ore passarono e solo verso l' imbrunire della sera furono ritrovati.
C’era tanta gente ,tutta ferma messa ad angolo davanti ''quell'albero''.
Mentre Loil veniva caricato su una branda e portato via, la Rut piegata nelle ginocchia sulla neve, aveva gli occhi ingioiellati di trucco .

 Non versò una lacrima,per qualche minuto, non disse nulla di insensato e di sincero, eppure quel piccolo fuoco rosso che luccicava nella neve era la sua bambina morta.

''Alle volte ,accade di incontrare delle madri che trovano solo il tempo per farti nascere, poi sprecano tutto il resto per se stesse .''
La Rut andò verso il ‘’fresco vedovo ’’ e poggiandogli la mano sul petto disse tristemente:
-<< La mia casa ,sarà la sua. Dobbiamo restare vicini in questo momento di terribile solitudine in cui Nelly ci ha lasciato.>>

 Poi voltandosi verso il viso morto della figlia bisbigliò piena di lacrime e rabbia:
-<<Sei stata una cattiva figlia…
Bambina egoista … mi hai lasciato sola.>>
Nella tarda notte ,con la luna, spostarono Nelly sotto la terra.
La sposa sfortunata non ricevette nessuna consacrazione, così aveva deciso padre Pet e tutte le sue pecore di chiesa:
<<Il suicidio è un atto del diavolo!>>Urlò il bravo parroco,contro la terra( dove c'era sotto la ragazzina... ) e tutta la gente del paese non ebbe nessuna pietà . 

Loil si svegliò tre giorni dopo... e solo dopo altri tre giorni... qualcuno gli raccontò di Nelly.Cominciò a provare un irrefrenabile desiderio di vendetta.
C’era un casolare alla fine del paese, era usato dai poveri come dormitorio, Loil si era rinchiuso dentro quello scorticato scantinato , dormiva e non si puliva come un barbone. 
Aveva le unghia delle dita nere quasi tumefatte dal freddo,dormiva accasciato sul pavimento.
Spesso sentiva il tessuto del cappotto fradicio di sudore e d'alcol ,insieme quelle due puzze gli si attaccavano sopra come una seconda pelle.
Un venerdì del 20 ,si staccò dalle mattonelle e finalmente si guardò intorno .
Era dentro una stanza larghissima ,seppellita da lettini e coperte .
In lontananza s'intravedeva pezzi di fuoco che brulicavano dentro una insenatura scavata tra due muri. 

Nella parte più profonda della stanza, c’era una donna invecchiata ,aveva i capelli raggruppati con due setosi nastri rosa e con delle rughe criptiche intorno agli occhi,indossava un sacco,uno di quelli che si usava per mettere le olive,aveva ai piedi delle graziose scarpette rosse.
La vecchia con una vocina piccolissima disse :
<<Questa notte andrò al ballo!>>_
-<< Vecchia! Chi ti ha dato quelle scarpe>> urlò Loil a gran voce.

La rotondetta vecchierella , cominciò a muoversi avanti e indietro, mentre ronzava con la bocca una storta cantilena antica.
Poi il giovane sempre più innervosito, le si avvicinò e prendendola per il braccio, con un tono molto più che minaccioso le sussurrò:
-<<Vecchiume maleodorante, dove hai preso quelle scarpe? Dove?>>-
La povera vagabonda cominciò a piangere e rispose con una voce avvilita :
-<< Credi che il mio vestito non sia adatto per la festa?>>-
Gli occhi della vecchia erano puntati contro un panno che teneva tra le mani ...lo stringeva come una madre con la sua creatura.
<<Povera cara pazza …>>-Mormoro Loil dopo averle lasciato il braccio.
Si chinò fino ai piedi della vecchia e gli tolse le scarpe, la poveretta rispondeva con calci e spinte.
-<<Lasciale! sono un regalo del prete, lasciale!>>
-<<Nessun regalo di nessuno.Non ti appartengono>>
Rispose Loil e camminando con le scarpe tra le mani, scese le scale minuscole, fino alla porta e si ritrovò in un istante fuori, proprio lungo i margini del fiume ,sotto il ponte del paese.
Puntò dritto verso la pensione,era divorato dalla rabbia e dal dolore ,due sensazioni che unite lo rendevano pericoloso.
Arrivò davanti alla porta di quella casa maledetta come un dannato,c’era dentro qualcuno che cantava festosamente e come sottofondo un grumolo di voci.
Infilò la chiave nella serratura ed entrò nelle cucine .
C’erano uomini dappertutto sotto e sopra i tavoli ,riempiti d’acqua vite fino al cervello.
Altre due donne con un posteriore ingombrante giravano l’arrosto.
Attraversò incurante la stanza piena di selvatici etilici , ed entrò nella cucina .
La Rut era lì ferma, proprio di spalle e impastava farina e uova . 

Loil si mosse teneramente nei passi,fino ad averla a pochi centimetri dagli occhi.
Sgranò rapacemente le mani in avanti e le attorcigliò le braccia , la Rut cercò di sgusciare dalla presa e con la bocca tentò di levargli la pelle a morsi, ma Loil con un sorso di sorriso sulle labbra, prese la massa e con la mano cominciò a ficcargliela a strattoni nei fori del naso.

Riuscì a riempirla dentro fino agli occhi.
Poi continuò ferocemente a imboccarla solo con la farina fino a ricoprirle la lingua e i denti.
La Rut cominciò a gonfiarsi come un rospo .I tremori erano talmente forti da farle guizzare fuori dalla scollatura i grossi seni .
Loil continuò a non guardarla in faccia ,ma sentiva il respiro della cicciona accorciarsi .
La fece piegare in giù sulle ginocchia e solo in quel momento i loro sguardi s’incontrarono e la lasciò cadere .
Soddisfatto, si allungò sul tavolo e cominciò a dondolare le gambe .
La donna si attorcigliò nel dolore ,sembrava una serpe scomposta che penzolava con le mani e con i piedi. 

Smise di guardarla e alzò la testa su per la parete e incurante dei mugoli ripensò a Nelly.
Poi ...quando quella ‘’rumorosa donna‘’, smise di muoversi , si alzò e riattraversò semplicemente la stanza e una volta fuori si allontanò giù per il paese.



Inedito-Diritti riservati TANIA SANTURBANO


martedì 24 settembre 2013

PROFANATE

Profanate                                                                         

Le donne
sono smarrite foglie ramificate
macchiate di bianco
che crescono senza stelo.
Con le dita truccate 
disegnano  piccole sagome di abeti 
sparse su sottane indifese.
Le incontri riparate dal sole
dietro palazzi barocchi 
con il naso incollato alle finestre.
Cambiano  forma 
e diventano troppo piccole davanti uno specchio.
Alcune  attraversano piogge 
che cadono fino alle spalle
sguazzando con la bocca dentro accenti stranieri.
Altre rimangono per giorni seppellite 
arrotolate su pavimenti d'erba. 
Stordite e molte volte offese
domandano come non sentire il dolore.
Altre le osservi foderate di veli
con un giardino di ciglia.
E le più piccole
le spose bambine 
le trovi in croce 
con gli angeli negli occhi.
Strette 
in ginocchio con il vento
tutte vestite di rose rosse
con le guance vergini
soffiano vermigli incantesimi.
Castelli sfioriti senza cavalieri
ricoprono i loro sottili destini
bendati dall'amore.
Una corazza di dolori inverditi
calpesta il cielo
sconvolgendo la loro fronte
tormentata dal tempo.


Tania Santurbano. Stetari Finitus Infinito inedita – diritti riservati


lunedì 23 settembre 2013

Poi il cielo si truccò gli occhi con la neve e disse:
'' Sono intossicato d'amore''
e cominciò a piangere.



Coglimi un fiore stordito,senza corona .
Appendilo in croce sulle mie spalle
e alzami dritto in cielo,
poggiandomi sulla fronte
diciassette steli in fila senza spine .
Incorona il tuo re senza regno,
mistico amore ritagliato a metà dai ricordi .
Rinfila i tuoi pensieri


che sigillati da rampicanti ciglia,
si ammucchiano dentro un nido
intrecciato di spensierati sguardi
che appena nati guaiscono
per un rammentato amore.
Confina quel tarlo di bacio sulla mia fronte
mentre spolveri con le dita
impiastrate di miele e respiri
il mio ventre vuoto.
Ricalca la tua orma
dentro una luce avvilita
che disordinatamente piange amore.
E tu
con le zolle negli occhi
racconti di favole piccole, senza storie.
La terra brulicata di radici gonfie
si arcua

infilata da un pianto
ricucito in uno sguardo eterno.
In piedi con i pensieri raccolgo dalla terra i tuoi baci
mentre quel rigo di fango scende su una sola guancia
e i singhiozzi zoppicano dentro la mia gola .
Tolgo dalla tasca il mio cuore zeppo di carezze
e i tuoi occhi vuoti smettono di sorridere.
La tua mano sgualcita dal dolore
corre a perdifiato dentro le mie mani
La terra si piega sotto un cielo sconosciuto.


Tania Santurbano Stetari Finitus Infinito inedita – diritti riservati

lunedì 16 settembre 2013

il tutto di niente



Il Tutto di Niente 

Quando non riesci a pensare 
e c'è di nuovo la luna attraente e lontana
non usare le parole

 perchè c'è tanto buio.
Non bussare quando scende la notte 
c'è poco sole
e la gente cammina umiliata per strada 

senza nido.
Vorrei essere ''il sonno''
per amarti dentro un'alba randagia
un tormento infernale
dentro una cavalleria di baci
per lasciare perire le tue dita
sopra le mie labbra strapazzate. 
Adagiarti a riva dentro quell' 'aria piena di venti 
che si aggrappa sopra il corpo di vetro.
Lasciami i tuoi occhi sfuggiti alla tempesta
mentre gorgogliano di peccati impiccati. 
Incrocia il mio rumore
attraverso la tua pelle di campagna
e infila una spuma di ricordi

mentre coltivo lacrime. 

 Tania Santurbano   


 inedita – diritti riservati
     Stetari Finitus Infinito
  

mercoledì 11 settembre 2013

Rawan

Con i pensieri si può  pulire lo sporco imboccato dagli uomini? Un delitto che raduna spettri che s' infilano sotto le nostre ginocchia .
 Indossano i nostri figli e chiedono al diavolo se possono bucargli gli occhi ... li vedi nel buio mentre   rigurgitano scarafaggi ... 
e leccano pozze di fogne  mentre il cielo si sfila le stelle . 

Tania Santurbano


Rawan


Lo sposo del diavolo
con la spada trascina i piedi nudi
mentre i suoi pensieri avvelenati di peccati
strappano i rumori.
Una intermittente madre
lascia proseguire quel vapore di male.
Rawan fracassata dalla paura
sfascia con le dita i capelli...
mentre quel boschetto di ciglia si chiudono.
Le spalle piccole come perle,
inciampano dentro una pelle di serpente
che brulica di peste .
Cristo con le labbra annerite
impasta preghiere mentre trema.
Gli schizzi di dolore
sciolgono il cielo  
e una mangiatoia di anime
ingozzate da dodici farfalle nere
e dalla ali umide 
mangiano i singhiozzi
mentre Rawan muore sola .

Tania Santurbano inedita – diritti riservati
   Stetari Finitus Infinito ((ti voglio bene piccola stellina))

martedì 10 settembre 2013





Sotto la pelle dei pensieri dedicato            a ... Alberto
                                                                   
Bevilacqua 

Un mantello intagliato dal dolore 
copre il viso. 
Una verità falsa 
litiga con un’ingiuria pigra 
mentre di nascosto 
consiglia una bocca randagia. 
Un tempo eccitato che abusa delle ore 
mentre quell'imbroglione cuore ferito 
duella con le dita 
dentro una processione di croci. 
Errabonda senza prudenza 
un’innocente morte 
mentre semina i ricordi
dentro vecchie buche grattugiate, sotto peli di polvere.
Una caverna indecente 
dove un manicomio di anime 
si attacca sul viso 
e i pensieri si piegano. 
Sfinito dentro quella malattia di versi 
sputa parole dentro buste di lettere
e le emozioni asciugano gli occhi. 
Sbottona il segreto dal suo giuramento

 con uno scoppio maculato di poesia. 

Tania Santurbano 
inedita – diritti riservati




   Stetari Finitus Infinito

sabato 7 settembre 2013

Origine

Stacco ogni sogno
con la punta della mano
e scalzo
 in punta di piedi
mi arrampico
sopra la pelle del cielo

Tania Santurbano
LA MIA CREATURA.


Imprigionata dentro i tuoi petali
sudi appassionatamente
mentre imparo a contare le tue dita

stordite dal ricordo.
Chiusa dentro un sacco 

sfiorisci come un bozzolo attorcigliato.

Attaccato dentro un passato rigato
che lievita sopra i tuoi occhi bagnati

senza che le gote si tingano di china. 
Liscia e vaporosamente bianca
tra l'erba alta dei tuoi capelli
insolitamente azzurra sulle ginocchia
tutta coperta d'amore.
Accendi la tua lampada di petrolio
mentre faccio il giro della stanza.
La tua schiena
un rosario recitato.
Rosa nella notte 
affilata e frastagliata di spine 
circondata da alberi. 
Arrampicati su per i rami del glicine 
e rimani immobile tra le braccia del vento.
Creatura dimenticata
sono tuo prigioniero.    



                 Tania Santurbano  inedita – diritti riservati






POSSESSIONE

Non far passare il carrello del tè
quando il cielo si veste di notte come un laico
non ci sono mucchi di pietre tra le preghiere.
Siediti tra le nuvole e comincia a piovere.
Leggi a ogni sbuffo di vento i miei monsoni.
Abbassa il rossore sulle tue gote
perchè adagio sai scorticarmi il cuore
e quell'alveare di ciglia
pennellate di sesso
mi macchiano le mani.
Puoi arrampicarti dentro stropicciandomi la pelle
mentre io 

stretto fra le tue ginocchia
respiro un crepuscolo umido e morbido
il delirio.

Tania Santurbano Stetari Finitus Infinito inedita – diritti riservati

giovedì 5 settembre 2013

Un dipinto di pelle...




Pastellati dentro un dipinto di pelle colorata ...

Attaccati come due querce... si sostengono tra loro in un ricordo dimenticato dagli uomini.

Tania Santurbano inedito -diritti riservati 


Abbraccio

Quando il silenzio diventa innocente...
ritrovo la mia fragilità.


Tania Santurbano inedita – diritti riservati


Specchio

Specchiato... dentro un frammento di vetro pustoloso e allargato,
riverbero
sorseggiando bucce di tempo.

Tania Santurbano Stetari Finitus Infinito 
 inedita – diritti riservati