lunedì 30 dicembre 2013

Scese dal cielo l'angelo di Dio 
e le spuntò con le unghie  le ali.
Poi  con l'ultimo dito granato 
calpestò  l'ultima piuma bianca
e le attraversò lentamente il petto.
Poco era rimasto di quel cuore gonfio e riflesso di sorrisi.
Si era ritirato sulla riva rossa
dove  s'aggrumavano sguardi scarlatti
e scissure d'acquitrini.  

L'angelo lo prese.
Era un cuore
piccolo 
disseccato 
che batteva tanto lentamente da non essere percepito.
Ricoperto di velature pieno di memorie.
Frantumato e aperto come una noce.
Rivolto con la punta verso il cielo.
Docile e incarnato.
Lo prese per stringerlo più forte 
in punta di piedi senza volare lo portò con se.

<< Signore  
     tanto è lo spavento nel mondo 
     e troppi sono i tuoi pensieri cuspidi ... >>

Parlò l'angelo al suo Dio

<<Ma... ma porto un ''cuore rotto''
non consumare nessun miracolo per lei 
briciole di pane per quegli occhi pieni di lune.
Nessun miracolo per lei.>>

Dio alzò le ciglia fulgenti 
dentro c'erano pupille nere e piene di croci
nessun sorriso
aveva denti bianchi di neve
 e spalle accartocciate con sopra un collo esile.

Aprì le nuvole con una mano 
e vide sul ciglio di una strada stretta 
e ficcata nella notte, la ragazzina.

Era senza nome e con troppi anni poggiati sui capelli.
Aveva tra la bocca ''un solo urlo scevro'' 
e danzava scalza nel pietrame perlaceo.
Lei alzò lo sguardo
 e lo guardò con gli occhi stretti 
e poi fece finta di niente .
Sospinta  lungo gli argini da quel residuo amore .
Orlata di tenebre e di chiassose chimere 
con le caviglie nude a balzi d'onde cominciò a danzare
e con sussurri labiali sbrecciava un' antica cantilena d'asprezze.

Scura e quasi interrata 
circondata da alberi di pietra
tra vezzi di rosso
intrecciava sulle punte trine di stella.

<<Trascorri l'eternità con me... tienimi.>>Rapida sospirava.
Ma il fuoco fumoso era finito.
C'erano intorno alla sua pelle solo cimeli screziati.  
Nell'arpeggio di un vento occulto perse l'anima
e fregiata da orlicci di passione dimenticò la croce.

Poi quel Dio esile chiuse le nuvole 
e mormorò per non farsi sentire dagli uomini:

<<Nessun miracolo>>




Tania Santurbano -inedito -diritti riservati-   

sabato 28 dicembre 2013

Baci bianchi

Il vento sonnambulo passa sotto le finestre 
fino a salire sulle guance strette .
I fiori della notte a grappolo 
crescono occupando quasi tutta la pelle.
Una malinconia moribonda
nasce dentro un vespro di occhi santi
e l'odore delle tue mani
sorgono dentro un silenzio d'argento inchinato .
Tre volte hai preso i miei occhi e il resto dei capelli
sorreggendoti sulle mie ginocchia nude.
Tre nomi disegnati a tratti dal sole sopra una bocca incolta
fatta di vapori strani e di brevi piogge.
Baci che si allungano fino a lanciarsi contro una rupe di nuvole
e tu seduto sopra la notte
scendi mormorando fra le montagne disteso sui miei fianchi.
Labbra di noce
nate sopra un viso appannato di specchi
coperte bianche che coprono la fronte

mentre mi occupi distraendomi senza rompere il silenzio.
Chiudi per carità i miei ricordi toccandoli senza far rumore
il mio polso tra le tue dita semichiusa tre volte negli occhi.
Sotto un giro di perle nere che scendono nella notte.

Tania Santurbano inedita -diritti riservat



Svestono l'amore

Ogni momento non concede inganni

resta nella notte
e senti muovere la curva delle sue ciglia 

mentre respira il mare.

Sentimento d'allora 
prendimi distrutta dalle fiamme

in quell'incantesimo raccontato senza te
in quel nodo di stelle 

ingabbiate dentro un cielo che trema.

Le parole mormorano ali eccitate 
che hanno fretta di arrivare...
poi si bloccano e si aprono a schiere sulle ginocchia
e restano a ondeggiare avvolte in un panno di desideri.

Un odore di occhi
che si adagiano dentro un sospiro che non risponde.
Un dito sulla bocca cercato a lungo 

chiuso in un manicomio prolungato di carezze pesanti .

Un lontanissimo inverno rumoreggia sguardi
che non sanno leggere le stelle.

Un vento smarrito
che esce dalle nuvole e piove sulle mani.

Piccole profonde scuse
che a tonfi stringono il viso
e quei baci scarmigliati 

braveggiano a scoppio carezze
che scricchiolano dentro una pelle leggera di neve.

Si aggirano frugali in prestito di lacrime
e turpemente mettono la bocca

per raccogliere d'un colpo le turpitudini .

Sembrano sfasciarsi di sorrisi
frustati da una pioggia che in certi freddi

piange e muove i fianchi del cielo.

Santurbano Tania inedita -diritti riservati-

Si sogna e ci si sveglia sollevando le ginocchia ... /ore 17.10 Julliet ha mantenuto la sua promessa.../Voglio andar via da qui/






Si sogna e ci si sveglia sollevando le ginocchia ...
/ore 17.10 Julliet ha mantenuto la sua promessa.../Voglio andar via da qui/


Migra Juliet
è un duro naufragio
alberghi negli occhi
straripano le lacrime.
Lancia una carezza nel vento.
Indossa la pioggia come pelle
non abbassare le tue ali grigie o ti troverà
perchè questa notte è lunga e nera
e leviga in un sibilo i respiri.



Squassa.
Sventra.

Dentro quelle fessure di vicoli
le piccole dita ancorate a grumi di spine .

In-sta-bi-le Juliet
non appassire dentro quei fili d'alberi
perchè quel che vedi lontano non è l'aurora
ma la cilestrina arsura,falciata da danzatori di luce.
Tendi le ali e reclama l'allodola
sopra questa pietra bianca
che stinge il crepuscolo
mentre i tuoi petali di stoffa luccicano di un rossoscuro
sotto una stazione senza lumi.

Corri sopra le stelle piegate
soffoca questa notte torbida
che inciampa con gli occhi spezzati.
Corri dentro un sentiero umano
mentre il vento allena le sue corde
e il cuore si accuccia e batte come un tamburo.


Juliet nel ruere
Un cancello di statue.

<<Non so più cercarmi.
Le tue porte di città fantasma mi camminano sulla pelle.
Perchè mi hai lasciata solo in questa notte di destini?
Oltre questo buio non rivelarmi nulla.
Ruota il timone contro quelle caverne
che poggiano su acque morte>>

Attraversa Juliet quel fumo sottile
mentre mormori sogni senza riconoscerli.
Il tuo è un sentiero d'acqua
che apre ferite scompigliate
un fondale fremente di labbra.

Salmastra creatura indaco
il tuo è un Romeo lento
che si versa nei mari.
Julliet non chiederti se sopravviverai.

<<Povero Cuore!
Prendi l'ultimo spergiuro spregiato in questa ora di fredde macerie.
Covo di Santaserpe nascosta
bruca con zolle sfiorite la sua bocca
perchè la neve mi girerà gli occhi
e con le preci nei capelli frugherò ancora i suoi boschi
attraverserò i suoi fianchi
e canterò sulle sue labbra
mentre germoglia l' uva dalla terra.
Riscalderò la sua prateria
e conterò tutti i suoi sospiri all'alba
perchè lo amo più forte dell'amore.

Oh arpeggio schiumoso d' onde!
Volete forse lasciarmi andare?
Per raccogliermi dentro questo giardino d'acqua?
Perchè ti sei fatto sabbioso
e ricurvi la tua sponda profilata d'alghe contro il mio viso di luna?
Sei imbronciato mentre guardi le mie miserie.>>

Un sorriso filante
sazio di spine

ancora:

<<Non delirare oh stagno

 perchè tu non sei il mare!
Perchè il mio amore è fatto di lievi bisbigli .
Sa scegliermi il cuore e lo muta in delirio.
Non crucciarti gli occhi 

son troppo timida per morire!>>

Tra i veli del vento un' infinita debolezza
Juliet danza sopra uno specchio di lacrime
con le caviglie bagnate

 e una manciata di capelli tra le dita.

Mangia bacche di baci.
Luccica rossoscuro.
Quel lago di bocca lascia solo rugiada
sopra occhi fasciati.
Juliet non chiederti se sopravviverai.

Un vagabondo colpisce le finestre del cielo

<<Bianca fanciulla le lacrime ti piovono addosso>>

Sussurri:
<<Oh mio Signore è colpa del vento
scende dritto fino dentro gli occhi.>>

Juliet nel ruere.
Juliet bugiarda.

Dalle nocciole scure scende intrecciato con ciglia
un inverno d'acqua.
Un manto di mare su barche sciolte senza onde.

L'uomo di pezza solleva le onde.
<<Resterò qui tra le stelle

    ad aspettare.>>

Tutti i venti ormeggiati su quella fetta di cielo
cominciarono a piangere .
Juliet raggomitolata dentro stretti binari
aspetta il treno di legno.

Il vento

il vento è colpa del vento.
Juliet non so se sopravviverai !


Tania Santurbano inedito -diritti riservati-

lunedì 2 dicembre 2013

Anima bella (dedicata a una mia cara amica che ha perso la mamma da bambina ...un'anima bella e sacrificata alla vita ...volerle bene è magia)

Genny

Sottile ..orlata sulla fronte di stelle 
sospiri preoccupata di sogni.
Una piega sul viso mentre l'onda
raccoglie intorno baci di cartone .
La spuma candida mormora sottomessa amore.
Profumata di sole ti appoggi sulla pioggia
Sollevi le caviglie mentre ogni fiamma si spegne
e quel freddo sotto la neve si lamenta e piange.
Si formano i ricordi dentro giacigli di spine
si stendono su un viso di trecce.
Piccola come un fiore rubi conchiglie dal mare
vestita di pensieri tocchi il dolore
Sciogli con le dita le nuvole
nevosa alluvione d'amore.

Tania Santurbano -inedita-diritti riservati

giovedì 7 novembre 2013









Inesplicabili  e rumorosi '' i sogni'' si siedono vicino al cuore. 
Acuti 
senza preludere colpe tradiscono senza appassire.
Scendono dalle labbra fino contro l'anima.
Come ramoscelli di carta si strappano 
 e rimangono nudi senza ricordi. 
E' meglio seguirli da vivi .

Tania Santurbano


I SOGNI

Spesso ci derubano
sono senza colpa ma non sono innocenti.
Non sanno separare il giusto dall'ingiusto
e il buono dal malvagio.
I sogni
non sanno scoprire la verità
e rimangono intrecciati spesso dentro cuori muti.
Camminano assonnati come stranieri
si riempiono le mani di mare
e annaffiano lungo i campi della solitudine
certe carezze bendate.
Sussurrano e distillano velenose voci
mentre l'amore piange
dentro le ceneri di certi ricordi incustoditi.
Quel flusso piccolo di rugiada
cammina nell'anima confusa da inganni.
Scende la pioggia
i mietitori d'autunno
spargono negli occhi una manciata di vento e
un salice con le sue cento ali piegate
invidioso
tocca i pensieri
nessun'alba nasce mentre dorme il cuore
e ritorna il silenzio
mentre un tramonto infiammato
balza dentro uno sciame di nuvole.

TaniaSanturbano inedito -diritti riservati- Stetari Finitus Infinito
 —


martedì 29 ottobre 2013

Poesia The last step of the heart: Libellula .... di Tania Santurbano

http://www.youtube.com/v/G5GXlqrN7n8?autohide=1&version=3&autohide=1&autoplay=1&showinfo=1&attribution_tag=7Mx7vSNG2Ry6-5lma83Zgw&feature=share


Una regina di specchi ...chiusa dentro un'anima di libellula.Una combinazione di anime, intrappolate dentro una stanza di un vecchio castello impolverato ...imboccati da una spuma di ricordi sussurati ... non temono la vita. Tania Santurbano

giovedì 24 ottobre 2013

Libellula

Uno scricciolo di libellule 
sul fondo degli occhi

poche labbra che singhiozzano respiri imbronciati.

Quando premi ogni passo
smembri i pensieri.
Sgorghi nei fili delle vene incartate di rosso.

Immersa dentro una smorfia di ricordi
infilo nelle tasche baci ombrati senza volto.
Senza amore si sveglia vestito
lungo corridoi di bisbigli.

Nasce in silenzio dentro un buio uncinato
che si arrampica fino alle caviglie
entra senza chiedere permesso nella pelle.

Falle di delirio sorgono sulle gote
e s'incarnano in quel sospetto d'amore
che impara a pregare senza preghiere.

Nascosto tra le foglie incollate di neve
cresce macchiando di muschio le mani.
Un bacio appiccicato al muso
imbratta una galassia

senza soffitti di stelle.

Carezze che litigano ad occhi chiusi
e riempiono d'aria fresca una luna scheggiata
seduta sul letto del cielo.

Svestita di nuvole
osservo affondare un sole stinto.
Pezzi d'amore tagliati male.






Tania.SANTURBANO inedita – diritti riservati

giovedì 3 ottobre 2013

il dettaglio dell'anima ... 
Un piccolo porto di anime che scendono lungo un fiume di rimorsi .
Scivolano le rinunce mentre sorge il giorno prepotentemente ...
il buio abbandonato dalla luna smette di rapinare il cuore...
e agguati di carezze schizzano nella luce come lucciole .
Immersa nel sole ...
un ronzio innocente sale silenziosamente sulle pieghe della bocca ...
inizia l'autunno -


L'autunno sotto i salici-

Ci sono lacrime altissime.
Sorgono dentro le ali di certi angeli ...
e si piegano in ricordi .
Si posano altezzosi sulla fronte del cielo ...
le nuvole guardano in silenzio
e arricciano i piedi dentro una tempesta di neve.
Un riflesso di sguardi chiusi e stretti in un panno di tempo
commuove il dolore
mentre gocciola dentro ferite dense
che si tirano i capelli e giocano come bambine .
Ti ricordi di me?
Quella pozzanghera di baci
custodita dentro un campo di ortiche ...
dove un vento di respiri gonfia gli occhi.
Nudo senza ali
corri dentro il cuore e...
non mi lasci entrare.
Preghi
e ansiosamente trucchi le mie ciglia ...
sotto salici piangenti.
Ti ricordi di me?
Nostalgico ... accarezzi i miei capelli
immersi in un canneto di dita
che disturbate dal tempo ...
intrecciano trecce fradice di respiri .
Anemico d'amore
mordi le labbra e nascono baci pieni di crepe.
Come un roditore curioso
mostra i denti ... e sorridi.
Il silenzio cola sulle labbra...
si spegne e si riaccende il cuore...
e lei immobile con le pezze cucite sulla pelle
scende fino alla punta della gola ...
e diventa aria d'autunno che taglia la faccia.
Si scoprono tra le foglie secche i pensieri ...e...
non mi lasci andare.
Ti ricordi di me?
Ci sono lacrime altissime.

Tania Santurbano inedita – diritti riservati

giovedì 26 settembre 2013

Quando il cuore diventa innocente ...

Quando il cuore diventa innocente e le preghiere rimangono senza respiro
le lacrime inciampano nelle ciglia
rapidamente compaiono i ricordi
sono vecchi abiti ricuciti per essere nuovamente indossati dalla speranza
 e quel sogno orfano domanda trenta rubli per poter nascere di nuovo.

Una mandria di sogni pericolosi da estinguere. 
Paura o mistero?
Sentire quell'angoscia che buca ''la porta dei segreti'' non c 'è nessuna chiave.
Non c'è uscita.

Ci sono storie talmente tristi che solo il ''cuore'' può raccontare .
Una storia grattugiata dal tempo

che cigola chiusa,dentro'' l'ultimo dei segreti''.
<<E lei 
   poi gli entrò negli occhi
   e ci fu quel poco d'eterno
   a far battere la bocca contro il suo respiro
   e la neve si spostò dalla sua pelle... per cercarla.>>


Poi... Dio si affacciò tra le nuvole ,
e vide i loro occhi toccarsi di nascosto.
Gli angeli scivolarono dal cielo
e i demoni attraversarono le profondità della terra.
Bene e male si ritrovarono l'uno contro l'altro
e arrivò l'inizio.

Tutto ciò che non doveva esistere, cominciò a nascere 
e ogni parola si nascose dentro la terra
che si macchiò di bianco.

Quella voce ,cominciò a correre dentro le vene
fino a divorare il centro del cuore .

-<<E la neve si prenderà prima i miei occhi
     e dopo le tue mani
     e tu non potrai più trovarmi.>>Mormorò prima di lasciarlo.

I giorni passarono
e lui abbassò gli occhi prima d'impazzire ,
tutto prese la forma della follia,
neppure Dio ebbe il coraggio di fermarlo.

-<<Non leggere quello che non può essere raccolto dagli occhi
     e non raccontare nulla di ciò che hai rubato da quelle pagine

     immacolate dal male...
    perchè non c'è storia più proibita .>>-

Non c'è luce dentro un terribile segreto
male e bene si tormenteranno
e alla fine ci sarà solo un ultimo passo.
Solo l'ultimo.


(Capitolo 2 -L'ultimo passo del cuore-)
...ferma sul ramo più basso,trattenuta da un cappio di velo

che la piccola sposa aveva accuratamente staccato dal bordo del vestito.
Quel velo bianco era come una mano che la teneva ferma per la gola davanti al cielo.
Nelly dondolava con le scarpette rosse, ricamate da nastrini bianchi, come una bambola di pezza.
Loil abbracciò le gambe e istintivamente cercò di alzarla in aria per farla respirare,mentre con l’altra mano cercava di slegare l’alto nodo che le copriva il collo.
Era così bianca.

Le macchioline rosse poggiate sul naso e sulla fronte erano sbiadite e gli occhi erano troppo aperti senza pupille.
Loil urlò così forte e la lingua sembrò stapparsi dalla bocca. 

Era fermo lì ,con la mano che sorreggeva ancora quelle esili gambe
 e con l’altra arrendevolmente ,si picchiettava le lacrime sulla faccia :
-<<Aiuto …. vi prego , aiutatemi …>>- Gridava a ritornello come un pazzo.

La neve cominciò a scendere tanto velocemente che coprì prima gli occhi,poi le labbra e infine ogni pezzo di pelle.
C’erano nell'aria... ferme ... solo quelle scarpette rosse . 

Loil impastato dalla neve fino dentro gli occhi, aspettava d’essere ricoperto.
Le ore passarono e solo verso l' imbrunire della sera furono ritrovati.
C’era tanta gente ,tutta ferma messa ad angolo davanti ''quell'albero''.
Mentre Loil veniva caricato su una branda e portato via, la Rut piegata nelle ginocchia sulla neve, aveva gli occhi ingioiellati di trucco .

 Non versò una lacrima,per qualche minuto, non disse nulla di insensato e di sincero, eppure quel piccolo fuoco rosso che luccicava nella neve era la sua bambina morta.

''Alle volte ,accade di incontrare delle madri che trovano solo il tempo per farti nascere, poi sprecano tutto il resto per se stesse .''
La Rut andò verso il ‘’fresco vedovo ’’ e poggiandogli la mano sul petto disse tristemente:
-<< La mia casa ,sarà la sua. Dobbiamo restare vicini in questo momento di terribile solitudine in cui Nelly ci ha lasciato.>>

 Poi voltandosi verso il viso morto della figlia bisbigliò piena di lacrime e rabbia:
-<<Sei stata una cattiva figlia…
Bambina egoista … mi hai lasciato sola.>>
Nella tarda notte ,con la luna, spostarono Nelly sotto la terra.
La sposa sfortunata non ricevette nessuna consacrazione, così aveva deciso padre Pet e tutte le sue pecore di chiesa:
<<Il suicidio è un atto del diavolo!>>Urlò il bravo parroco,contro la terra( dove c'era sotto la ragazzina... ) e tutta la gente del paese non ebbe nessuna pietà . 

Loil si svegliò tre giorni dopo... e solo dopo altri tre giorni... qualcuno gli raccontò di Nelly.Cominciò a provare un irrefrenabile desiderio di vendetta.
C’era un casolare alla fine del paese, era usato dai poveri come dormitorio, Loil si era rinchiuso dentro quello scorticato scantinato , dormiva e non si puliva come un barbone. 
Aveva le unghia delle dita nere quasi tumefatte dal freddo,dormiva accasciato sul pavimento.
Spesso sentiva il tessuto del cappotto fradicio di sudore e d'alcol ,insieme quelle due puzze gli si attaccavano sopra come una seconda pelle.
Un venerdì del 20 ,si staccò dalle mattonelle e finalmente si guardò intorno .
Era dentro una stanza larghissima ,seppellita da lettini e coperte .
In lontananza s'intravedeva pezzi di fuoco che brulicavano dentro una insenatura scavata tra due muri. 

Nella parte più profonda della stanza, c’era una donna invecchiata ,aveva i capelli raggruppati con due setosi nastri rosa e con delle rughe criptiche intorno agli occhi,indossava un sacco,uno di quelli che si usava per mettere le olive,aveva ai piedi delle graziose scarpette rosse.
La vecchia con una vocina piccolissima disse :
<<Questa notte andrò al ballo!>>_
-<< Vecchia! Chi ti ha dato quelle scarpe>> urlò Loil a gran voce.

La rotondetta vecchierella , cominciò a muoversi avanti e indietro, mentre ronzava con la bocca una storta cantilena antica.
Poi il giovane sempre più innervosito, le si avvicinò e prendendola per il braccio, con un tono molto più che minaccioso le sussurrò:
-<<Vecchiume maleodorante, dove hai preso quelle scarpe? Dove?>>-
La povera vagabonda cominciò a piangere e rispose con una voce avvilita :
-<< Credi che il mio vestito non sia adatto per la festa?>>-
Gli occhi della vecchia erano puntati contro un panno che teneva tra le mani ...lo stringeva come una madre con la sua creatura.
<<Povera cara pazza …>>-Mormoro Loil dopo averle lasciato il braccio.
Si chinò fino ai piedi della vecchia e gli tolse le scarpe, la poveretta rispondeva con calci e spinte.
-<<Lasciale! sono un regalo del prete, lasciale!>>
-<<Nessun regalo di nessuno.Non ti appartengono>>
Rispose Loil e camminando con le scarpe tra le mani, scese le scale minuscole, fino alla porta e si ritrovò in un istante fuori, proprio lungo i margini del fiume ,sotto il ponte del paese.
Puntò dritto verso la pensione,era divorato dalla rabbia e dal dolore ,due sensazioni che unite lo rendevano pericoloso.
Arrivò davanti alla porta di quella casa maledetta come un dannato,c’era dentro qualcuno che cantava festosamente e come sottofondo un grumolo di voci.
Infilò la chiave nella serratura ed entrò nelle cucine .
C’erano uomini dappertutto sotto e sopra i tavoli ,riempiti d’acqua vite fino al cervello.
Altre due donne con un posteriore ingombrante giravano l’arrosto.
Attraversò incurante la stanza piena di selvatici etilici , ed entrò nella cucina .
La Rut era lì ferma, proprio di spalle e impastava farina e uova . 

Loil si mosse teneramente nei passi,fino ad averla a pochi centimetri dagli occhi.
Sgranò rapacemente le mani in avanti e le attorcigliò le braccia , la Rut cercò di sgusciare dalla presa e con la bocca tentò di levargli la pelle a morsi, ma Loil con un sorso di sorriso sulle labbra, prese la massa e con la mano cominciò a ficcargliela a strattoni nei fori del naso.

Riuscì a riempirla dentro fino agli occhi.
Poi continuò ferocemente a imboccarla solo con la farina fino a ricoprirle la lingua e i denti.
La Rut cominciò a gonfiarsi come un rospo .I tremori erano talmente forti da farle guizzare fuori dalla scollatura i grossi seni .
Loil continuò a non guardarla in faccia ,ma sentiva il respiro della cicciona accorciarsi .
La fece piegare in giù sulle ginocchia e solo in quel momento i loro sguardi s’incontrarono e la lasciò cadere .
Soddisfatto, si allungò sul tavolo e cominciò a dondolare le gambe .
La donna si attorcigliò nel dolore ,sembrava una serpe scomposta che penzolava con le mani e con i piedi. 

Smise di guardarla e alzò la testa su per la parete e incurante dei mugoli ripensò a Nelly.
Poi ...quando quella ‘’rumorosa donna‘’, smise di muoversi , si alzò e riattraversò semplicemente la stanza e una volta fuori si allontanò giù per il paese.



Inedito-Diritti riservati TANIA SANTURBANO


martedì 24 settembre 2013

PROFANATE

Profanate                                                                         

Le donne
sono smarrite foglie ramificate
macchiate di bianco
che crescono senza stelo.
Con le dita truccate 
disegnano  piccole sagome di abeti 
sparse su sottane indifese.
Le incontri riparate dal sole
dietro palazzi barocchi 
con il naso incollato alle finestre.
Cambiano  forma 
e diventano troppo piccole davanti uno specchio.
Alcune  attraversano piogge 
che cadono fino alle spalle
sguazzando con la bocca dentro accenti stranieri.
Altre rimangono per giorni seppellite 
arrotolate su pavimenti d'erba. 
Stordite e molte volte offese
domandano come non sentire il dolore.
Altre le osservi foderate di veli
con un giardino di ciglia.
E le più piccole
le spose bambine 
le trovi in croce 
con gli angeli negli occhi.
Strette 
in ginocchio con il vento
tutte vestite di rose rosse
con le guance vergini
soffiano vermigli incantesimi.
Castelli sfioriti senza cavalieri
ricoprono i loro sottili destini
bendati dall'amore.
Una corazza di dolori inverditi
calpesta il cielo
sconvolgendo la loro fronte
tormentata dal tempo.


Tania Santurbano. Stetari Finitus Infinito inedita – diritti riservati


lunedì 23 settembre 2013

Poi il cielo si truccò gli occhi con la neve e disse:
'' Sono intossicato d'amore''
e cominciò a piangere.



Coglimi un fiore stordito,senza corona .
Appendilo in croce sulle mie spalle
e alzami dritto in cielo,
poggiandomi sulla fronte
diciassette steli in fila senza spine .
Incorona il tuo re senza regno,
mistico amore ritagliato a metà dai ricordi .
Rinfila i tuoi pensieri


che sigillati da rampicanti ciglia,
si ammucchiano dentro un nido
intrecciato di spensierati sguardi
che appena nati guaiscono
per un rammentato amore.
Confina quel tarlo di bacio sulla mia fronte
mentre spolveri con le dita
impiastrate di miele e respiri
il mio ventre vuoto.
Ricalca la tua orma
dentro una luce avvilita
che disordinatamente piange amore.
E tu
con le zolle negli occhi
racconti di favole piccole, senza storie.
La terra brulicata di radici gonfie
si arcua

infilata da un pianto
ricucito in uno sguardo eterno.
In piedi con i pensieri raccolgo dalla terra i tuoi baci
mentre quel rigo di fango scende su una sola guancia
e i singhiozzi zoppicano dentro la mia gola .
Tolgo dalla tasca il mio cuore zeppo di carezze
e i tuoi occhi vuoti smettono di sorridere.
La tua mano sgualcita dal dolore
corre a perdifiato dentro le mie mani
La terra si piega sotto un cielo sconosciuto.


Tania Santurbano Stetari Finitus Infinito inedita – diritti riservati

lunedì 16 settembre 2013

il tutto di niente



Il Tutto di Niente 

Quando non riesci a pensare 
e c'è di nuovo la luna attraente e lontana
non usare le parole

 perchè c'è tanto buio.
Non bussare quando scende la notte 
c'è poco sole
e la gente cammina umiliata per strada 

senza nido.
Vorrei essere ''il sonno''
per amarti dentro un'alba randagia
un tormento infernale
dentro una cavalleria di baci
per lasciare perire le tue dita
sopra le mie labbra strapazzate. 
Adagiarti a riva dentro quell' 'aria piena di venti 
che si aggrappa sopra il corpo di vetro.
Lasciami i tuoi occhi sfuggiti alla tempesta
mentre gorgogliano di peccati impiccati. 
Incrocia il mio rumore
attraverso la tua pelle di campagna
e infila una spuma di ricordi

mentre coltivo lacrime. 

 Tania Santurbano   


 inedita – diritti riservati
     Stetari Finitus Infinito
  

mercoledì 11 settembre 2013

Rawan

Con i pensieri si può  pulire lo sporco imboccato dagli uomini? Un delitto che raduna spettri che s' infilano sotto le nostre ginocchia .
 Indossano i nostri figli e chiedono al diavolo se possono bucargli gli occhi ... li vedi nel buio mentre   rigurgitano scarafaggi ... 
e leccano pozze di fogne  mentre il cielo si sfila le stelle . 

Tania Santurbano


Rawan


Lo sposo del diavolo
con la spada trascina i piedi nudi
mentre i suoi pensieri avvelenati di peccati
strappano i rumori.
Una intermittente madre
lascia proseguire quel vapore di male.
Rawan fracassata dalla paura
sfascia con le dita i capelli...
mentre quel boschetto di ciglia si chiudono.
Le spalle piccole come perle,
inciampano dentro una pelle di serpente
che brulica di peste .
Cristo con le labbra annerite
impasta preghiere mentre trema.
Gli schizzi di dolore
sciolgono il cielo  
e una mangiatoia di anime
ingozzate da dodici farfalle nere
e dalla ali umide 
mangiano i singhiozzi
mentre Rawan muore sola .

Tania Santurbano inedita – diritti riservati
   Stetari Finitus Infinito ((ti voglio bene piccola stellina))

martedì 10 settembre 2013





Sotto la pelle dei pensieri dedicato            a ... Alberto
                                                                   
Bevilacqua 

Un mantello intagliato dal dolore 
copre il viso. 
Una verità falsa 
litiga con un’ingiuria pigra 
mentre di nascosto 
consiglia una bocca randagia. 
Un tempo eccitato che abusa delle ore 
mentre quell'imbroglione cuore ferito 
duella con le dita 
dentro una processione di croci. 
Errabonda senza prudenza 
un’innocente morte 
mentre semina i ricordi
dentro vecchie buche grattugiate, sotto peli di polvere.
Una caverna indecente 
dove un manicomio di anime 
si attacca sul viso 
e i pensieri si piegano. 
Sfinito dentro quella malattia di versi 
sputa parole dentro buste di lettere
e le emozioni asciugano gli occhi. 
Sbottona il segreto dal suo giuramento

 con uno scoppio maculato di poesia. 

Tania Santurbano 
inedita – diritti riservati




   Stetari Finitus Infinito

sabato 7 settembre 2013

Origine

Stacco ogni sogno
con la punta della mano
e scalzo
 in punta di piedi
mi arrampico
sopra la pelle del cielo

Tania Santurbano
LA MIA CREATURA.


Imprigionata dentro i tuoi petali
sudi appassionatamente
mentre imparo a contare le tue dita

stordite dal ricordo.
Chiusa dentro un sacco 

sfiorisci come un bozzolo attorcigliato.

Attaccato dentro un passato rigato
che lievita sopra i tuoi occhi bagnati

senza che le gote si tingano di china. 
Liscia e vaporosamente bianca
tra l'erba alta dei tuoi capelli
insolitamente azzurra sulle ginocchia
tutta coperta d'amore.
Accendi la tua lampada di petrolio
mentre faccio il giro della stanza.
La tua schiena
un rosario recitato.
Rosa nella notte 
affilata e frastagliata di spine 
circondata da alberi. 
Arrampicati su per i rami del glicine 
e rimani immobile tra le braccia del vento.
Creatura dimenticata
sono tuo prigioniero.    



                 Tania Santurbano  inedita – diritti riservati






POSSESSIONE

Non far passare il carrello del tè
quando il cielo si veste di notte come un laico
non ci sono mucchi di pietre tra le preghiere.
Siediti tra le nuvole e comincia a piovere.
Leggi a ogni sbuffo di vento i miei monsoni.
Abbassa il rossore sulle tue gote
perchè adagio sai scorticarmi il cuore
e quell'alveare di ciglia
pennellate di sesso
mi macchiano le mani.
Puoi arrampicarti dentro stropicciandomi la pelle
mentre io 

stretto fra le tue ginocchia
respiro un crepuscolo umido e morbido
il delirio.

Tania Santurbano Stetari Finitus Infinito inedita – diritti riservati

giovedì 5 settembre 2013

Un dipinto di pelle...




Pastellati dentro un dipinto di pelle colorata ...

Attaccati come due querce... si sostengono tra loro in un ricordo dimenticato dagli uomini.

Tania Santurbano inedito -diritti riservati 


Abbraccio

Quando il silenzio diventa innocente...
ritrovo la mia fragilità.


Tania Santurbano inedita – diritti riservati


Specchio

Specchiato... dentro un frammento di vetro pustoloso e allargato,
riverbero
sorseggiando bucce di tempo.

Tania Santurbano Stetari Finitus Infinito 
 inedita – diritti riservati